Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Gentilissimo Maestro, Sono Claudia, ho quasi nove anni e abito ad ARCE in provincia di Frosinione; sono innamoratissima della sua musica nonchè delle sue canzoni e il mio sogno è quello di cantare insieme a Lei "ALLA FIERA FIERA DELL'EST" e "BALLO IN FA DIESIS MINORE". Nella speranza che il mio sogno si avveri Le invio in allegato una foto, da pubblicare sul Vostro sito, relativa al 30 agosto 2008 ad Isernia. Grazie
Claudia
Fan "fulminata" sulla via di Damasco.... Con la consapevolezza che la vita è piena di profeti e poeti. Con quel realismo che mi tiene ancorata a terra, a dispetto di volatili presunzioni... Dal momento che sappiamo che non basta avere le ali per saper volare. Io vi invio, con la speranza che l'artista Angelo Branduardi possa anche soltanto leggerle, quelle che per me sono soltanto parole. Chissà che non riescano ad ispirare note e a risuonare oltre lo spazio ristretto dei miei pensieri. Con affetto
Katia Cairo
Rit Peregrino è il mio destino Sono un vagabondo Rubo gli angoli del mondo Avvolto in un mantello leggero ho solo il fardello del mio pensiero E gioco la partita della vita tra scudi d’orgoglio e dardi d’amore 1 Ho lasciato una culla di sogni nel letto di un fiume E una messe di promesse arse al sole Ho lanciato una chiave nel lago del cuore Ripudiando il timore e cucendomi addosso ali di vento Rit Peregrino è il mio destino Sono un vagabondo Rubo gli angoli del mondo Avvolto in un mantello leggero ho solo il fardello del mio pensiero E gioco la partita della vita tra scudi d’orgoglio e dardi d’amore 2 Ho viaggiato tra le dune della mente, quasi inconsapevolmente Abbagliato da un miraggio, seguito senza coraggio Ho solcato i mari della solitudine, come un’abitudine Prigioniero libero, braccato dalla moltitudine Rit Peregrino è il mio destino Sono un vagabondo Rubo gli angoli del mondo Avvolto in un mantello leggero ho solo il fardello del mio pensiero E gioco la partita della vita tra scudi d’orgoglio e dardi d’amore 3 Ho una casa di rimpianti in cui trascorro le stagioni E su di una finestra chiusa coltivo sogni ed illusioni Ho ripiegato in una valigia tutte le emozioni E le rispolvero a fatica, come un giocoliere d’occasioni. Rit Peregrino è il mio destino Sono un vagabondo Rubo gli angoli del mondo Avvolto in un mantello leggero ho solo il fardello del mio pensiero E gioco la partita della vita tra scudi d’orgoglio e dardi d’amore 4 Sul cuscino di una strana alba oggi c’era un’orma nuova Nel silenzio della mia stanza ho udito una parola Io tremavo nel letto, come un bambino Mi stringevo al tuo petto, ti tenevo vicino Rit Peregrino è il mio destino Ma non sono vagabondo E incontrando il tuo sorriso ho riscoperto il mondo Mi hai spogliato di un lenzuolo di false verità Ed io ho riscritto sulla pelle tua la mia nuova identità…. Katia
Di webmaster (del 23/09/2008 @ 19:10:25, in Songs, linkato 1756 volte)
Salve, durante lo spettacolo/concerto di Branduardi ho realizzato delle immagini che può visionare al seguente indirizzo:
Aldo Valenti
Illustre Maestro Branduardi, Lei è una delle pochissime voci, in realtà a ben pensarci l'unica, capace di riportare a quote normali di dignità e bellezza la comunicazione dei nostri stralunati giorni. E' uno, intanto, che sa quel che dice, che cita a proposito e non a vanvera. Per questo Le va tutta la mia ammirazione e profonda stima. Con la Lauda di Francesco mi ha rapito. Uno spettacolo "semplice, chiaro e molto suggestivo. Auguri, auguri, auguri Maestro Branduardi. Le invio cortesemente alcuni miei testi Tony Polinni
Tra cielo e terra
Tra la quiete dei boschi mi ritrovai a contemplare la natura ad osservarne con aria stupita i suoni e i suoi cicli le dolci melodie dei ruscelli armonici legami tra cielo e terra ed io pervaso dalla stessa energia respiravo con essa mi domandai con intuizione profonda annullando il mio falso ego anche in pieno giorno il sole può fuggire e i monti appiattirsi in un'istante e lasciai ogni forma di me rivestita per il fine dell'esistenza suprema. L'amore mistico
L'amore desidera il segreto si nutre di fragranti parole di sguardi penetranti e poi di silenzi di slanci che ci liberino da questo corpo temporale e ci unisca a quel che non si vede un giorno l'incontrai mi trafisse il cuore allora oscuro e cieco ruppe la tela al nostro incontro e l'assedio ormai giaceva ora non temerò più sguardi da fiera monti e valli dell'incostanza perchè amo colui che mi ha ridato vita in questa morte.
Quanto è stolto chi ti lascia
In questa nudità come d'incanto trovo nel mio spirito riposo tardi ti ho cercato bellezza tanto antica nel tuo volto ho raccolto gli splendori quanto è stolto chi ti lascia per trovare altre bellezze lascia un oceano per le gocce quanti si affaticano nei desideri sono già affanni uomo ama la sapienza frenando e governando i moti dei tuoi vizi non farti sedurre dalle apparenze velando la ragione quanto è stolto chi ti lascia per trovare altre bellezze lascia un oceano per le gocce
Abbazia di Lucedio, 4 Maggio 2008 - Foto di Cosmina Lefanto
Gentile Sig. Branduardi, ho scritto alcune filastrocche ispirate alle "Metamorfosi" di Ovidio. Essendo una biologa ho scelto i miti in cui si narra la trasformazione di personaggi mitologici in animali e piante i cui nomi scientifici conservano i nomi originari dei protagonisti (es. Dafne, ninfa trasformata in alloro il cui nome scientifico è proprio Dafne). Ne ho scritte undici (Aracne, Flora, Narciso, Adone, Cigno, Ciparisso, Pico, Eco, Dafne, Giacinto, Smilace e Croco). Non le ho ancora pubblicate, ma sarebbe per me un privilegio se lei fosse interessato a leggerne qualcuna. Invio "Aracne", la più lunga! Nell'esprimerle la mia ammirazione per le ricerche originali e emozionanti dei suoi testi, la ringrazio per l'attenzione e la saluto cordialmente. Annabella Pace L'Aquila
Aracne - Aracne, in principio fanciulla modesta,
- in seguito s’era montata la testa.
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Era una bella e operosa creatura
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maestra nell’arte della tessitura.
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Sottili e mirabili tele creava,
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l’ordito e la trama più bella intrecciava.
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Da tutti ammirata, superba e orgogliosa:
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“Le tele di lana son degne di sposa,
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con l’oro intessute, di mille colori,
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nessuno mi supera in questi decori!”
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- Pallade Atena, la dea, l’aiutava,
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ma Aracne amicizia più non le serbava
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e per questo la sfida:”Facciamo una gara,
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così scopriremo chi è la più brava!”
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La dea si trasforma, diventa una vecchia
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e, nascondendo l’usata conocchia,
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le appare dicendo:”Sei brava, fanciulla,
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e le altre donne non valgono nulla
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di fronte a te, nell’usar l’arcolaio,
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ma tu sei superba e questo è un bel guaio.
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La dea va onorata, tu sei presuntuosa!
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Devi capir questa semplice cosa:
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se la migliore tu sei sulla terra,
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non puoi ingaggiar con gli dèi una guerra.”
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“Brutta vecchiaccia, tu sei rimbambita!
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Sappi che non sono affatto pentita.
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Che abbia coraggio e non faccia il coniglio:
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l’aspetto sotto la chioma del tiglio!”
-
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Allor si svelò la dea all’improvviso
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e lo stupor si dipinse sul viso
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della fanciulla: un fugace rossore
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che dimostrava un umano timore.
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Ma fu per poco. La gara s’inizia
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e tutt’e due, con grande perizia
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tessono tele di grande splendore
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rubando ad Iride ogni colore.
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Così, sulla tela Atena racconta
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che molti uomini subirono l’onta
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d’esser puniti perché arroganti
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verso gli dèi: che irriverenti!
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Aracne tesse le storie di Giove
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che in gocce d’oro su Danae piove
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e ogni altro inganno che tutto l’Olimpo
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impose agli uomini in ogni tempo.
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Non sopportando l’affronto subìto
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Atena abbandona la trama e l’ordito.
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La tela d’Aracne era bella, si sa,
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ma l’arroganza non vuole pietà.
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La dea la colpì sulla fronte e così
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Aracne, umiliata, si appese e finì
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con il laccio al collo, volendo morire
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piuttosto che quella vergogna patire.
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Appena la vide ne ebbe gran pena
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la figlia di Giove, Pallade Atena,
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che la sorresse e le disse: ”Vivrai,
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ma sempre appesa, così tesserai
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la tela ogni giorno, tu e i tuoi figli,
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sospesi ai rami e a tutti gli appigli.”
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Perciò fu così che ad Aracne, ribelle,
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la dea trasformò la candida pelle,
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allungò in modo mostruoso otto dita
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ed ingrossò la sua esile vita.
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Adesso è un ragno e per questo ti dico
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che devi sempre trattarlo da amico.
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Non lo schiacciare: la sua è una storia
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che tu dovresti imparare a memoria.
Gentile Angelo, volevo condividere con lei la gioia di aver fatto 10 km a piedi tra le risaie per poter raggiungere l'Abbazia di Lucedio (ecco come appariva alla nostra partenza, e menomale che le "pulci d'acqua" sono state buone!!!!) e ringraziarla per la bellissima energia che ha saputo come sempre regalarci. Il tutto , condividerà con me, in una cornice davvero bella e ricca di emozioni antiche. Maria Elena
Mi chiamo Olivia Latina e sono una musicista, per l’esattezza una cantante lirica.
Le invio delle liriche improvvisate da me qualche anno fa ( inserite all’interno di un progetto musicale intitolato Promenade) nate ascoltando la sua musica.
Distinti saluti !
Olivia Latina
DA PROMENADE
“La voce dell’amor” Or qui m’appar in un bel sogno che spiegare vorrà i misteri del cuore. Tra sogno e realtà. GiEsemplar nobilissimo che saprà cancellare le colpe Nobil cantor di perdono: La voce dell’amor!
“L’angelo fedele” Se un angiol del ciel mi fosse un di fedel la mia spada via darei e su nel cielo volerei. Non v’è lotta ne guerrier i calzari non ho più. Se un angiol si librerà per me il delirio svanirà Per un angiol non v’è più ne lotta ne guerrier. Per un angiol triste storia d’un guerrier
“Il mistero del cavalier” Cavalier che errando vai Vieni verso me. E quel mister che ti porterà a me ci regalerà frutto da passion Ti darà la vittoria in cor. Odi il canto sacro vanto pel cavalier che viene a me Giunto è il di' che risuonò pel tuo ritorno ognor!
Il mio nome è Cosmina Lefanto, fotografa per passione e non solo, La voglio ringraziare per la bellissima serata che ci ha regalato Lei e i Suoi collaboratori. Grazie!
Le invio gli scatti fatti, e grazie per il ritratto che mi ha regalato
da cuore a cuore, Cosmina Lefanto
(Prima Parte)
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