Di webmaster (del 29/11/2006 @ 12:51:18, in Video, linkato 29946 volte)
a prateria del grande sole (testo e musica: Giancarlo Airaghi)
Un tempo nella prateria del grande sole stava un vegliardo che pregava il suo Signore. Un saio rozzo, piedi scalzi, barba bianca … Era felice di vivere così.
Un giorno venne alla sua tenda un cavaliere disse:. Il vecchio euforico accolse il grande dono, ma nei suoi occhi proprio non guardò.
Per quindici anni se ne stettero a pregare, con grande fede, senza bere né mangiare: solo il Signore li nutriva nel segreto … Era il Signore della prateria del sol.
Un giorno un cieco, sull’orlo di morire, venne a supplicare di poter guarire. Il cavaliere alzatosi all’istante diede la mano all’uomo, che guarì.
Il cavaliere, esaltato dall’impresa, pensò che il mondo poteva conquistare. Prese il cavallo, la lancia e l’armatura, disse al vegliardo:
Occhi di ghiaccio, faccia al vento e l’armatura, il cavaliere corre senza il suo Signore, giunge agli oscuri monti della luna, dove nessun uomo di metter piede osò …
Ora la terra è muta e spaventata, il re del nero impero ha visto il cavaliere … Ora un duello egli sta per affrontare, mentre al vegliardo non resta che pregare.
Spade di fuoco, lance frecce avvelenate, al cavaliere non rimane che gridare: Perdonatemi vi prego, riprendetemi tra voi!>
Ora nella vasta prateria del grande sole, stan due vegliardi che pregano il Signore. Due sai rozzi, piedi scalzi, barba bianca … Sono felici di vivere così.
Riprese, effetti e montaggio: Giancarlo Airaghi I disegni sono opera dell'Artista Carlo Meroni di Melegnano (MI)
Di webmaster (del 15/11/2006 @ 14:18:12, in Songs, linkato 10041 volte)
Ciao, mi chiamo Giancarlo e ho da poco terminato il mio primo lavoro discografico (indipendente e autoprodotto) dal titolo "Il Canto della cicala"...da sempre amo la musica di Angelo, ho pensato di inviarvi il brano che da il titolo al cd...è un modo semplice per "stare vicino" all'artista che più amo.
N.B. il batterista che suona è niente popodimeno che il grande Davide Ragazzoni...grazie ancora Davide!
intro al canto Che cosa cantava la cicala? Qual era l’oggetto del suo canto?Proviamo a tornare con la mente a quando eravamo bambini, cerchiamo di ricordare i nostri sogni, i nostri desideri di allora...proviamo a cercare nella memoria almeno un evento della nostra vita che ci ha fatto “respirare a pieni polmoni”, un episodio in cui dentro di noi abbiamo provato un inaspettato senso di pace e di commozione...è passato tanto tempo vero?Cerchiamo di fissare per un attimo quel momento e facciamo silenzio...ecco, non sentite forse un canto?
Il canto della cicala (testo e musica: Giancarlo Airaghi)
Nessuno mai scrisse che cosa cantava La dolce cicala alla formica E il vento portò antiche e nuove parole Così la cicala si mise a cantare...
A te che ballavi in un campo di grano canto parole scritte nel cuore per ricordarti l’uomo che eri, l’uomo che dorme dentro di te. (3v.)
A te che oggi non sai più ballare dico che i campi di grano son là: dove la gente li zappa e coltiva ... ... Dopo il lavoro vi danzerà. (3v.)
A te che corri fra tanti frastuoni dono una spiga di grano e chissà ... ... Forse al vederla o grazie al profumo, voglia di danza si risveglierà. (3v.)
La cicala donò il suo canto al silenzio la formica cambiò quel silenzio in attesa poi come se udisse una musica in cuore nei campi di grano si mise a ballare.
il senso del lavoro: Tutti conoscono la celebre fiaba della cicala e della formica, alla fine la povera cicala viene derisa per la sua poca lungimiranza e tutto sembrerebbe dare ragione alla formica, che invece aveva lavorato sodo e ammassato una grande quantità di provviste per l’inverno.Anni e anni dopo, un’altrettanto celebre filastrocca, dando voce al sentimento di molti, restituiva dignità alla cicala: “… che il più bel canto non vende, regala.”Non è sufficiente dire che la cicala regala il suo canto, per avere ragione essa deve cantare certamente qualcosa di importante, di vero, altrimenti il suo “regalo” non sarebbe di alcuna utilità!Così ho cercato di immaginare “il canto della cicala” e ho pensato di intenderlo come il tentativo di esprimere il desiderio profondo di senso che ciascuno di noi ha nel cuore,un desiderio di verità, di pace, d’infinito… di Dio.Ogni canto che esprime tutto questo è un “canto della cicala”,perché parla al cuore e se il cuore è disposto ad ascoltare allora la vita può assumere un nuovo significato, gli orizzonti si allargano e tutto si illumina di una luce nuova, che infonde ed effonde gioia e calore.Questa raccolta di canti vuole dar voce alla cicala, ascoltiamo quello che ha da dirci… e forse nel nostro cuore sentiremo muoversi qualcosa.