Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Emanuele aveva 25 anni, era un flautista e scriveva poesie... aveva un sogno: suonare un giorno insieme ad Angelo Branduardi.
Lascia che sia Quand’ero piccolo feci un aquilone di pensieri di stoffa e di ali di cartone. Poi c’appesi un foglio che diceva nel vento: vola aquilone vola contento lascia che sia, non pensarci è un momento non guardarti dietro: pensa al niente e come una nuvola in cielo sarà la tua mente. Senza filo ne ali dalle mie mani volavi via nuvola semplice: lascia che sia. Alla gente indicavo con le dita quell’aquilone che volava via: quell’aquilone era la vita. Emanuele Marceddu
Questa è l'ultima poesia che ci ha regalato Emanuele... l'ha scritta circa 20 giorni prima di volare in cielo...
"ti voglio bene Manu, ovunque tu stia volando... ciao mio fratellino con le ali..." Lucia
Di webmaster (del 17/10/2006 @ 01:52:28, in ART, linkato 1745 volte)

"Un giorno all'improvviso la luna si stancò di guardare il mondo da lassù, prese una cometa, il volto si velò e fino in fondo al cielo camminò.
E sorpresa fu che la bianca distesa non fosse neve. Eran solo sassi e i piedi si ferì........"
Raffaella De Giudice
La mia ispirazione mi è stata passata dai miei genitori che da bambina mi hanno insegnato a cantare "alla Fiera dell'Est" al posto dei girotondi di moda. Ora sono mamma è ho fatto lo stesso con i mie bambini ma la loro canzone preferita, perchè possono dirmi che tutto si puó anche quando li sgrido, resta "Si puó fare". Crescendo capiranno cosa si intende davvero in quelle strofe, per ora mi piace vederli giocare con le parole di uno dei miei poeti preferiti.
La mia aspirazione invece è quella di riuscire a far cantare un coro di bambini della Scuola Elementare di Taverne (Lugano - CH) a Natale su un palco montato nel Nucleo del paese "L'uso dell'amore".
So che il Signor Branduardi abita vicino a noi e se il 15 dicembre 2006 avesse tempo e voglia di passare da Taverne, sarebbe sí un gran regalo di Natale. Non potrà essere, lo so, ho lavorato per tanti anni in ambito teatrale e musicale, anche presso il Conservatorio di Lugano dove studia sua figlia Maddalena, e ho avuto la fortuna di conoscere tanti artisti di fama internazionale; conosco bene il loro lavoro e cosa sta dietro ad ogni loro spostamento.
Ho scelto di dedicarmi all'insegnamento mettendo a frutto l'esperienza acquisita e gli studi compiuti per passare ad altri, piccoli e grandi, quello che so.
Fargli sapere che una delle tante sue appassionate ascoltatrici, farà questo è un modo come un altro per immaginare di averlo lí ad ascoltare vocine emozionate che cantano le sue parole.
Grazie. Simona Puiatti ( L'Aquila)
Credi, credi che io sia ancora qua? Credi che io sia ancora qua A contare tutte le mie lacrime? Lo credi…? L’acqua scivola dalle mie mani Mi bagna, mi sommerge. Che strano mondo (sotto) E io tra acqua e lacrime… Tra acqua e lacrime… Acqua e lacrime. La verita’ e’ che , e’ che sono trasparenti E pure Come me. Credi, credi di essere vero? Credi, che io ti veda VERO? LO CREDI? E IO TRA ACQUA E LACRIME… TRA ACQUA E LACRIME… ACQUA E LACRIME. Alessandra Benedetti 14/09/06
Settembre 30, 2006
Ieri ho realizzato un mio sogno da ragazza. Ho scoperto la musica di Angelo Branduardi negli anni belli della giovinezza e l'ho scelto come il poeta del mio viaggio. Incontrai la poesia di Yeats grazie ad uno splendido disco di Branduardi che mise in musica sue liriche di commovente bellezza; ed è stata la passione per il poeta irlandese che mi costrinse un giorno ad aprire una conversazione con un appena conosciuto ragazzo inglese. Andammo insieme a vedere una rappresentazione teatrale su Yeats, a Roma, ascoltammo insieme su cassetta tdk D46 (roba jurassica) le dieci ballate cantate da Branduardi( Il violinista di Dooney, Quando tu sarai..., Nel giardino dei salici, Innisfree...) raggomitolati sul divano nella penombra delle candele e la pizza troppo freddda, nei 40 metri quadrati di quell'appartamento romano che era ed è nella memoria lo spazio sacro delle nostre emozioni. Oggi quel ragazzo inglese è mio marito; ancora ascoltiamo Branduardi e ci commoviamo con lui. Le mie figlie hanno saltato sui letti, urlato a pieni polmoni, canticchiato in macchina tutte le ballate del topolino della fiera dell'est, del cogli la prima mela. Il poeta era con noi in ogni trasferimento di casa...poi l'Infinitamento piccolo ovvero il canto a Francesco D'Assisi...persino la preghiera nostra si arricchiva delle intuizioni poetiche di quel CD. Ricordo la solitudine di alcuni giorni nella casa inglese, davanti all'icona di Francesco e il canto del poema che mi riportava nell'immaginazione agli anni vissuti nella terra sabina, ad Assisi, a Spello. Struggente malinconia della bellezza! Mentre mi muovo tra lo spazio lombardo e vivo il senso di essere qui come un momento di passaggio, forse il meno poetico, della mia vita ecco che la storia mi contraddice. Tra le fabbriche e le superstrade di uno dei paesaggi più sciatti d'Italia, in una chiesa di cemento, anonima, di periferia, a soli 5 minuti dalla casa dove vivo attualmente, Branduardi ha richiamato 600 persone per il concerto di "Infinitamente piccolo". Ed io ero là in prima fila; ho letto i vent'anni negli occhi di tutti quei coetanei oggi madri e padri che cantavano con me. Nel giorno degli Arcangeli, la poesia è venuta a trovarci. Ero felice, per me, per loro. Ho atteso la fine dello spettacolo e consegnato a Branduardi una mia lettera dove racconto la mia stima per lui come artista, gli ho stretto la mano con riconoscenza mentre lo guardavo dritto negli occhi. Lui non sapeva: era uno strumento artistico con cui il cielo mi cantava una canzone. A me, come a loro. Ero io, eravamo noi tutti, i veri protagonisti di una ballata che era il cantico della nostra vita. Grazie, grazie Angelo!
Angela da "The Rose" (1893) William Butler Yeats
When You are Old and Grey and Full of Sleep
When you are old and grey and full of sleep, And nodding by the fire, take down this book, And slowly read, and dream of the soft look Your eyes had once, and of their shadows deep;
How many loved your moments of glad grace, And loved your beauty with love false or true, But one man loved the pilgrim soul in you, And loved the sorrows of your changing face;
And bending down beside the glowing bars, Murmur, a little sadly, how Love fled And paced upon the mountains overhead And hid his face amid a crowd of stars.
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