Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Da queste parti i branduardiani non abbondano, perciò non mi aspettavo che la piccola piazza del paese si riempisse di gente fino ai limiti della capienza. inoltre sapevo che per una buona metà il concerto sarebbe stato acustico e minimale, mentre qui la gente delle sagre è abituata a concludere la festa con gran baccano e musica da ballo. non riuscivo davvero a immaginare come sarebbe andata a finire. per di più la gente quell'estate aveva atteso a lungo ed invano un concerto di giorgia che era poi saltato. erano stati messi ovunque manifesti che annunciavano la cantante, mentre fu affisso un unico manifesto di branduardi solo in piazza, pochissimi giorni prima del concerto. poco prima dell'inizio della serata un rappresentante dell'amministrazione comunale (non ricordo assolutamente chi) commise una gaffe incredibile dicendo "scusate se invece di giorgia abbiamo fatto venire branduardi". angelo, che era lì pronto a salire sul palco, dimostrò ancora una volta la sua autoironia mettendosi a ridere. ma quando i riflettori si sono concentrati su di lui ed il violino ha cominciato dolcemente a 'parlare' il pubblico si è ammutolito. vedevo gli sguardi fissi sul violinista e la concentrazione di tutti nell'ascoltare ogni nota e ogni sfumatura della melodia. la musica diventava sempre più carica, fino a trasmettere ondate di energia pura, e tutto questo con un solo violino. la risposta del pubblico fu altrettanto carica. alle prime note della fiera dell'est via con gli applausi e i cori, e così anche per 'cogli la prima mela'. e man mano la "febbre" cresceva con 'ballo in fa diesis minore' e 'vanità di vanità'. la piazza, tra l'altro dominata dal castello dei conti d'ayala-valva, era lo scenario perfetto per questo tipo di brani. ero sempre più stupito nel vedere che la gente ha poi ascoltato con attenzione anche brani come 'la donna della sera' o 'giovanna d'arco'. la verve con cui angelo presentava i brani contribuiva non poco a creare interesse negli ascoltatori. tutti hanno riso in particolare per la presentazione del 'funerale', brano che non avrei mai pensato potesse "funzionare" alla sagra del vino di carosino. inoltre c'erano i suoi tanti aneddoti, come il rapporto capelli-testosterone, il chitarrista che passa metà della sua vita a suonare scordato, il musicista metà lupo e metà agnello, ecc. ecc., tutte storie che noi gli abbiamo sempre sentito raccontare, ma che colpiscono simpaticamente chi le ascolta per la prima volta. davide ragazzoni non stava mai fermo, veniva fin sul bordo del palco per guidare il pubblico nel triplo battito di mani su 'ballo in fa diesis minore', si comportava da vero animatore. anche quando era impegnato a suonare su 'cercando l'oro' riusciva a comunicare col pubblico facendogli battere il tempo. tra le canzoni dell'infinitamente piccolo quella che strappa più applausi è sempre 'il sultano di babilonia'. finale di grande gioia e festa con 'la pulce d'acqua' e poi a viva richiesta del pubblico 'confessioni di un malandrino', canzone che io personalmente trovo di sognante malinconia e inquieta dolcezza. e poi al termine di tutto applausi e ancora applausi con angelo che conclude "non è retorica: siete stati un bel pubblico". Grazie menestrello. a presto.
Fabio
Scaletta brani:
ALLA FIERA DELL'EST COGLI LA PRIMA MELA BALLO IN FA DIESIS MINORE VANITA' DI VANITA' GIOVANNA D'ARCO LA DONNA DELLA SERA IL DONO DEL CERVO SOTTO IL TIGLIO IL FUNERALE CERCANDO L'ORO CANTICO DELLE CREATURE IL SULTANO DI BABILONIA E LA PROSTITUTA IL LUPO DI GUBBIO AUDITE POVERELLE IL TRATTATO DEI MIRACOLI NELLE PALUDI DI VENEZIA LA MORTE DI FRANCESCO LA PREDICA DELLA PERFETTA LETIZIA LA PULCE D'ACQUA CONFESSIONI DI UN MALANDRINO






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LA TELA
T’incanta il canto intento del tintinnio legnoso del telaio
e della spola che fugge sicura nel labirinto ordinato del filato,
rintraccia le trame tessute e scucite nelle notti silenti del rimbombo del mare
vuoto di quella nave.
Ormai sempre meno i tuoi occhi volgono a quella apertura
Dove solevi osservare l’orizzonte monotono di vent’anni
Passati a filare e rifilare giorni intrecciati alla speranza di vederlo tornare…
Le tue mani sono insicure e lo sguardo degli altri turba il tuo sonno
E ogni notte ripercorri a ritroso l’ordito e ordini la tua vita e ti pesa il letto solitario.
Si consuma il filo e la tela della speranza si assottiglia
Basterebbe un segno pure lontano per ridare vigore alle tue mani
E tessere con forza un tessuto sicuro ma, invano,
Mai l’ombra di una vela conosciuta disegna il tramonto.
Tesse la tua stessa vita la tela che sfila tra le tue dita,
Ristretti gli spazi dal sale di lacrime lente.
Spente le tue gioie e i tuoi sorrisi,
aspri gli sguardi alle ancelle gaudenti
dei nuovi ospiti prestanti trastulli,
solerte al loro gozzovigliare infinito.
Né invidia, né odio:
amarezza e rimpianto, voglia di allegria!
Ferite accese i ricordi del tempo lontano quando le operose mani virili
Di chi mai ritorna segnavano carezze, balli e amorose soste nel meriggio
E nelle notti che parevan brevi…ora eterna è la luna e fredda la luce
Che inonda questa stessa stanza, incessante la danza della lucerna
e la fiamma brilla fioca, lenta sente lo stesso tintinnio legnoso
del telaio e la tristezza scende sicura sul filo scucito.
Una timida alba ancora non scopre, tra la foschia del mattino, un risveglio sereno…
Alessandro Simonetti
".......come una barchetta di carta posata su uno specchio d’acqua …. Un bimbo la lascia andare via e con la manina smuove l’acqua gelida per far si che si allontani veloce..... ……ma, accanto all’entusiasmo di osservarla mentre scompare, emerge latente la consapevolezza di averla per sempre perduta
Maluan
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