Ciao a tutti, sono Mirko. Mi sono iscritto a questa mailing list da
pochissimo, e dopo aver letto i contributi precedenti ho deciso di
scrivere per poter esprimere qualche mio pensiero su Angelo Branduardi.
Ascolto la sua musica in modo maniacale relativamente da poco (1992),
anche se lo conoscevo già da prima. Quand'ero bambino provavo quasi
paura per quell'uomo con quei capelli, con quel naso, quella voce così
strana, che cantava canzoni ancora più insolite, suonate da strumenti
singolari. Durante le scuole medie quando ascoltavo "Cogli la prima
mela" alla radio pensavo che fosse così povero da non potersi
permettere un gruppo rock e dovesse accontentarsi dei musicisti del
paese. Chi avrebbe mai immaginato che a distanza di pochi anni avrei
cambiato del tutto le mie opinioni?
Nel Natale 1991 mio padre mi comprò il primo HI-FI. Pochi giorni dopo,
tornando da scuola con l'autobus, alla radio trasmisero "Alla fiera
dell'est", pubblicizzando l'uscita di CONFESSIONI DI UN MALANDRINO. La
cantammo tutti, obbligando l'autista (che evidentemente non gradiva) a
non cambiare stazione. "E fu così che col cuore in gola" appena tornato
a casa mi feci accompagnare da mia madre a comprare il CD. Da quel
giorno la dipendenza dalla musica di Branduardi non è mai passata.
Molti spesso sorridono di Branduardi, sia per l'aspetto che per lo
stile personale che da sempre lo caratterizzano. Questo accade forse
perché chi non è veramente interessato non guarda oltre l'aspetto più
esteriore e apparente.
Angelo è sempre stato molto originale e creativo, più di molti altri
suoi colleghi. Il suo stile è marcato in tutta la sua produzione: una
sua canzone la si riconosce "da lontano". È chiaro che se a noi non
piacesse questo stile eccentrico ed elegante non staremmo qui a
parlarne.
La sua musica è molto raffinata, complessa. Anche nei suoi lavori per
così dire minimalisti (IL LADRO, PANE E ROSE, BRANDUARDI CANTA YEATS)
non si è mai abbandonato a quei semplici giri di chitarra che hanno
fatto la fortuna di alcuni suoi colleghi spacciati per più colti ma
musicalmente molto inferiori.
I testi delle canzoni di Angelo sono particolari, ma sono sempre da
affrontare con attenzione. Perfino di fronte alla più banale
filastrocca ci si può imbattere in una poesia dei Nativi d'America (La
Pulce d'Acqua) , in un canto pasquale ebraico (Alla Fiera dell'est), in
un brano dei vangeli apocrifi, o in citazioni da alcuni grandissimi
poeti (Yeats, Esenin, Neruda.). Oltre tutto, anche affrontando temi
per così dire più consueti non lo fa mai in maniera scontata. Canzoni
d'amore come "Il ciliegio", "Il marinaio", "Se tu sei cielo" non sono
canzonette.
Del resto si sa, Branduardi non è poco colto, tutt'altro, né
musicalmente né letterariamente. Basta solo sentirlo parlare durante i
concerti o nelle interviste. E queste cose possono ripagare spesso più
nella fama e nella considerazione della critica e degli ascoltatori
attenti che non nelle vendite, ma non è nei milioni di copie vendute di
dischi che si fa la vera grandezza di un cantante.
Di Branduardi posseggo praticamente tutti i dischi tranne CANZONI
D'AMORE. Non ho ascoltato solamente "Canzone d'amore" e "Io brucio". E
non vi dico che fatica i primi anni cercare ovunque un suo album o
notizie di alcun genere. Io vivo a Bergamo ma GULLIVER sono riuscito a
trovarlo solo a Siena. Per fortuna che alcuni suoi dischi in francese
vengano venduti anche qui da noi. A proposito, lo sapete che in Francia
vendono TUTTI i suoi dischi sia in francese che in italiano, mentre qui
da noi è già praticamente impossibile trovare ancora una copia di LA
MENACE? Lo stesso vale per i dischi di Conte, Cocciante. Questo a
dimostrazione di come all'estero alcuni artisti italiani vengano
celebrati per la loro grandezza e non solo per la quantità di copie di
dischi che possano far vendere.
Per quel che riguarda le sue canzoni, mi piacciono tutti i suoi dischi.
Pure nelle somiglianze, ogni lavoro è diverso dall'altro. Il primo
album (ANGELO BRANDUARDI) ci presenta un Angelo ancora in germe. Le
canzoni sono a volte ingenue, soprattutto nei testi, e la sua voce è
molto giovane, ma "Re di speranza", "Lentamente", "E domani arriverà" e
"Il regno millenario" non sono per niente brutte. Lo stesso valga per
LA LUNA (io ho solo la ristampa GULLIVER.), dove però si notano già i
canoni branduardiani che poi diventeranno classici. Di questo disco mi
piacciono soprattutto "Rifluisce il fiume", "Notturno" (di questa
canzone ero riuscito a trovare la citazione, ma ora non ricordo) e
"Gulliver" oltre ai due pezzi più famosi (indovinate quali?). Della
trilogia successiva beh, diciamo solo che è COGLI LA PRIMA MELA quello
che preferisco ("Colori" e "Se tu sei cielo" sono le più belle).
Ma gli album di Angelo in vetta alla mia classifica, sono forse quelli
meno conosciuti o apprezzati. Il disco più bello secondo me è
BRANDUARDI CANTA YEATS. Un disco intimo, molto interiore, più "gentile"
di qualunque altro album, bellissimo. Anche IL LADRO è eccezionale. Al
primo ascolto mi fece schifo. Col tempo capii la bellezza di canzoni
come "Ballerina", "Uomini di passaggio", "Madame", "La festa". L'ho
sempre trovato un disco "notturno" ed estivo (l'ambientazione delle
canzoni è quasi sempre serale, all'aperto, o in casa con le finestre
aperte.).
Anche BRANDUARDI '81 è molto bello. "I tre mercanti" è la mia
preferita, trovo che sia la canzone più "magica" di Branduardi. "La
cagna", "Il disgelo" e poi "Vola", originalissima, frenetica, non
lascia respirare. E PANE E ROSE i suoi momenti alti li possiede.
"L'albero" è stupenda, così anche "Tango", "Angelina" o "Pioggia" o
"Benvenuta, donna mia", e "Il primo della classe".
Sono gli ultimi album a darmi po' meno. Soprattutto, "IL DITO E LA
LUNA" mi è parso quasi un disco pubblicato più per contratto che per
ispirazione o passione. Non so, spero che diciate la vostra.
La passione invece non manca mai nei concerti. A proposito, credo che
negli ultimi due anni sia migliorato molto rispetto a quattro o cinque
anni fa. Nelle tournee più recenti, l'aggiunta dei fiati e della
fisarmonica ha dato un tocco decisamente più ricco e raffinato. Certo
anche prima era tutto uno spettacolo, ma io ho gradito di più gli
ultimi due concerti cui ho assistito (gennaio e luglio '99).
Sono convinto che Branduardi abbia ancora molto da dare, nonostante
momenti di crisi ammesse, che comunque non possono fare che bene. La
stessa parola crisi vuol dire "passaggio", e Branduardi spesso ha
affermato quanto ami cercare sempre nuove strade e nuovi terreni.
Questa forse è la vera grandezza di un artista, non adagiarsi mai sui
propri successi e mettersi sempre in discussione, senza clamori,
possibilmente.
Ciao a tutti!
Mirko