Lissone 29 settembre 2006

L’INTIMAMENTE GRANDE

concerto di Branduardi per San Francesco e violino,

piatti, gong e flauto di Pan

 

 by Carlo Grimoldi


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Ieri sera l’Angelo ha svolazzato leggero sopra le nostre teste, svagato sopra le corde emotive con la bellezza naif della sua smemoratezza di musicista maturo e navigato e con la benedizione dell’ispirazione celeste che da sempre lo accompagna.

 È bello sentirlo parlare di filosofia e delle nuove scoperte scientifiche raccontando l’ossimoro della forza debole nella nuova particella infinitamente piccola; della nascita della lingua italiana e della storia degli strumenti musicali che sta suonando.

 È bello sentire le sue prediche pacifiste per niente velate e per niente pacate e la sua polemica contro la gerarchia religiosa tutt’altro che pacata, tutt’altro che velata.

 È bello rivederlo ancora trent’anni dopo la prima apparizione eseguire le sue canzoni con arrangiamenti sempre nuovi e saltellare ancora come le prime volte sul palco, che ieri sera era l’altare. 

L’Angelo, custode della nostra musica preferita ci ha regalato ieri sera delle trovate d’effetto molto accattivanti. Il gusto minimale e teatrale nell’utilizzo dei piatti ha creato l’atmosfera della “perfetta letizia” in uno dei brani del repertorio francescano.

In un’altra canzone la condizione di sogno e di lontananza è stata provocata ed evocata dalla voce andina del flauto di Pan che ci ha portato “altrove” e siamo diventati “altro” abbandonando il nostro corpo e noi stessi per il tempo di una traccia musicale. 

Durante i bis, numerosi e laici, noi, pubblico abbiamo cantato il ritornello e fatto il coro nei tre grandi classici branduardiani. Accompagnati al violino dal Menestrello capellone imbiancato e silenzioso abbiamo intonato la Fiera dell’Est, la Prima mela e la Pulce d’acqua. 

L’esperimento meno riuscito (per problemi tecnici) ma sempre di alto livello artistico è stata l’esecuzione dal vivo in prima assoluta con chitarra della Canzone del deserto, un brano religioso della colonna sonora per un film di Luigi Magni di diciotto anni fa: Secondo Ponzio Pilato.

Con questo abbiamo concluso e per ora “ce ne laviamo le mani”!

Arrivederci e grazie

Carlo Grimoldi    30 settembre 2006

Monza e Volterra - 2000

 

 

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