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 Amarcord,  termine dialettale che indica " nostalgia di ricordi". [Dal titolo dell’omonimo film (1973) di Federico Fellini (1920-1993)]. 
In questa sezione verranno raccolti pensieri, ricordi di concerti, eventi, incontri, immagini,  e tutto ciò che riguarda il mondo branduardiano che ormai appartiene al passato.

Amarcord, dialectal term that means " nostalgia of memoirs". [From the title of the homonym film (1973) of Federico Fellini (1920-1993)].
In this section you will find thoughts, memoirs of concerts, events, meetings, images and all  that concerns the branduardian world  that by now  belongs to the past.

 

 

 

Monza 23 giugno + 18 ottobre 2000

(+ Volterra 16 agosto 2000)

 L’INFINITAMENTE PICCOLO 

con la musica di ANGELO BRANDUARDI

in pellegrinaggio sulle orme di San Francesco

 concerto in due date e due parti

 

Dopo aver musicato le parole di Esenin (uno dei maggiori poeti contemporanei russi) e Yeats (massimo vate irlandese) Angelo Branduardi ci riprova con il sommo Dante e San Francesco d’Assisi.

Se da tali presupposti ci si aspetta un disco triste e noioso, la musica smentisce subito. Il concerto è un trionfo di letizia e godimento perché ci troviamo di fronte due personaggi sanguigni e solari. Da una parte il “menestrello” mantiene viva la contaminazione delle moderne sonorità sugli spartiti rinascimentali e barocchi nella trasposizione musicata delle poesie e della letteratura che, in secondo luogo, gravitano attorno alla vita del Santo che più di ogni altro ha vissuto nel suo tempo e tra la gente. Unico santo a saper ridere, lontano dallo stereotipo eremita con cui si bolla l’uomo di fede elevata.

Nella scenografia costruita sulle ombre cinesi di Arturo Brachetti una voce femminile fuori campo introduce il Cantico delle Creature: <<…laudato sii, mi Signore, per sora acqua…>> e dopo solo tre brani, nel cortile della Villa Reale il 23 giugno cade dal cielo una pioggia torrenziale. Per questo riproveremo a seguire il concerto al Teatro Manzoni il 18 ottobre.

Dopo le vicissitudini di Francesco nelle “terre di Babilonia” e nelle “paludi di Venezia” occorre musicare il Canto Undicesimo del Paradiso della Divina Commedia e il Trattato dei Miracoli di Francesco d’Assisi nel processo di santificazione. L’impresa è ardua e il risultato ci sembra troppo “elencativo”. Più efficace l’accorata lettera di conforto di San Francesco a Santa Chiara e alle sue “sorelle” ma soprattutto il centro dell’album e dello spettacolo ci sembra “La Regola”: summa di leggi monastiche (controfirmata dal Papa!) che Francesco aveva dato all’Ordine. Ascoltando “La Regola” si avverte tutta la severità del medioevo e la gravità della disciplina che i seguaci di Francesco accettavano di rispettare. A noi profani pare molto più di una canzone, ci sembra quasi un componimento d’opera, una breve storia musicale che però finisce con un a solo di firlinfeau (pardon! di flauto di pan) che ci riporta alla memoria e all’orecchio le note introduttive di “Vola” (vecchio brano del 1981). Anche per Francesco arriva l’ora del tramonto e nel “Salmo” s’intende come il suo ricordo non cadrà mai nell’oblio. Di lui ci resta l’insegnamento all’amore, alla fede, alla “perfetta letizia”.

E gioia e letizia ci muovono nell’animo le esecuzioni dei classici di Branduardi nella seconda parte del concerto. “Alla fiera dell’Est”, “La pulce d’acqua”, “Cogli la prima mela”. Sulle note di queste canzoni è delizioso l’abbandono del “menestrello” mentre suona i piatti. Lo vediamo saltellare come nei concerti fine anni 70 e pensiamo che goda della “sindrome di Spiridione”, il musico da lui interpretato che nel film di Luigi Magni sulla vita di San Filippo Neri (l’inventore dell’oratorio) non invecchiava mai (“State buoni se potete”). A questo punto finisce lo spettacolo da scaletta ma chissà che nel “bis” non possiamo riascoltare almeno una tra le tante altre canzoni passate da noi preferite: “Gulliver”, “Musica”, “Per ogni matematico”? Per saperlo ci vengono in soccorso le parole di una canzone del 1974 che si risolvono per metà nel titolo e per metà nel testo: “Eppure chiedilo agli uccelli del cielo” <<…ed essi ti daranno risposta>>!

 

 

Carlo Grimoldi

agosto 2000

 

 

La Piazza