Rieccoci. Due anni dopo Futuro Antico IV eccoci di nuovo nella Serenissima per aggiungere un nuovo capitolo alla storia branduardiana con questo Futuro Antico V. Tre ore in treno passano in fretta e così, transitando per Bologna e Padova, arrivo nella splendida Venezia, sempre un piacere tornare in questa meravigliosa città unica al mondo, per assistere al concerto insieme ad altri amici branduardiani. Giunto in albergo, attendo Maria e Luigi che giungono un’ora più tardi ed insieme ci avviamo al teatro dove incontriamo Norbert, Petra, Claude e Christine, e ci fermiamo a chiacchierare una mezz’ora prima dell’inizio del concerto, previsto per le 20,30.
Prendiamo posto nel teatro Malibran e attendiamo ansiosi l’apertura delle danze; una dolce presentatrice ci introduce il concerto, ringraziando le autorità (sindaco di Venezia in testa) per aver permesso l’evento, poi tocca al presidente del Casinò di Venezia (principale sponsor) prendere la parola e ringraziare Angelo definito “un vero amico di Venezia”. Con mia grande sorpresa il concerto si apre con un’esibizione di un pianista veneziano, Giovanni Dell’Olivo, che propone 4 brani della tradizione popolare veneta; un ottimo inizio, musiche molto belle, infatti alla fine del concerto ho comprato il suo cd. Poi finalmente, ecco Angelo, Francesca Torelli e l’ensemble Scintille di musica comparire e prendere posizione; la sonorità di FA V è molto simile a quella di FA IV, si tratta di musiche del rinascimento veneziano, che trovano in Claudio Monteverdi il massimo esponente e “genio assoluto” come lo definisce Angelo stesso.

Il Nostro appare in forma smagliante e regala divertenti brani in si narra l’amore per una donna che porta alla follia, così il protagonista decide di diventare frate (che faralla che diralla) alternati da brani strumentali in cui Francesca Torelli dà sfogo della sua bravura con la tiorba e il liuto, e l’orchestra suona strani strumenti antichi come la ghironda. Il concerto prosegue mischiando canzoni degli ultimi due Futuro Antico e, dopo il Viva Sempre che apriva il precedente FA IV, viene suonata una melodia usata all’inaugurazione del Malibran nel 1600 (il Ballo dei paggi) ed infine una hit del 1600: Damigella tutta bella poesia del poeta Gabriello Chiabrera e musicata da due grandi autori: Calestani e Monteverdi. Dopo il concerto attendiamo Angelo che gentilissimo e disponibilissimo si presta al rito di autografi e foto ed al quale ho recapitato i saluti da parte di tutti noi.
È stata un’altra grande serata branduardiana anche se il giorno feriale ha impedito a molti di esserci purtroppo. Con piacere ho incontrato tanti amici di varie nazioni ma tutti uniti dalla stessa passione per la musica del Nostro! 

“Tal che ogn’or s’oda gridar VIVA VENEZIA IN TERRA E MAR!”

Francesco