Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
PER TE CHE SEI IL CONGIUNTIVO
Giovani, giovincelle, uomini, donne, vecchi innamorati e tutta gente, ascoltate la nuova coniugazione: il verbo amare non vuole il condizionale! Si è soliti coniugare con ragione i tempi alle persone, ma eternamente è all’infinito che all’amore si indica col dito; e conviene che così sia giacchè ogni posto e ogni via ha ascoltato le sue voci, e tutte le passioni, se mai son diverse, son tutte lo stesso ammantate sotto il participio passato dell’aver amato! Questa eterna grammatica non porta alcuna regola, né vuole ch’altri si giudichi dell’agir tuo, mio e suo perciò è al presente indicativo che ogni storia si racconta con la memoria d’ogni desinenza più feconda! Colui che all’atto antico del sospirar d’amor per una pulzella ha posto apostrofi dolorosi malinconici e furiosi l’ha trasformato in opera leggendaria e l’ha innalzato nel santuario del passato remoto! Poi venne, femminile e maschile, chi vi ha dato il vigoroso assalto semplice del futuro e la brama morbosa dell’imperativo… Coinvolta e stravolta la coniugazione perse la ragione e libera che fu venne in mano alla tenera introspezione della femminilità del mondo che tessendo e ritessendo ordinò le maglie superiori e inferiori dell’amore al futuro anteriore. E’ sempre, infine, qualcuno c’è stato Che non ha mai imparato a coniugare il verbo… Perciò ha in uso dire: “amerei” e non “amo”, come dire:”vivrei” e non “vivo”. Povero illuso! Miseramente persegui di ordinare l’amore e schierarlo nelle tue regole! Se il tuo dolore presente o passatoti ha portato a coniugare il verbo al condizionale, ritieni veramente che ciò possa proteggerti dal futuro semplice e anteriore del tuo cuore? Pazzo! Così te ne stai solo tra ingenue speranze di potenza e lisce distese piatte d’accidia, abbagliato dallo specchio opaco di te stesso… non capisci che tu sei il congiuntivo! Intanto, per ogni tua condizione soffochi le tue emozioni nell’acqua del se.
A. SIMONETTI
LIMONE Quanta fretta che c’è… e la gente viene e va, si ferma, chiede: sì, no, forse, non va bene, è abbastanza, ti spinge…non ti chiede scusa, non ti tocca…ti chiede scusa. Quanta frutta che c’è… rossa, verde, arancione e poi gialla… mi ferisce gli occhi il giallo dei limoni! Quanto odore che c’è… forte, debole, acido, profumato, frizzante e poi aspro… mi stordisce l’odore dei limoni! Mi fermo e penso e collego: il melo alla mela il pero alla pera la vite all’uva il ciliegio alla ciliegia l’arancio all’arancia il limone al sole… mi riscalda la luce dei limoni! Mi sento aspra e forte Gialla e calda Acida e dolce Utile in tutto Inutile in qualsivoglia cosa… Sono un ibrido della natura! Io sono un limone! I limoni un tempo hanno catturato la luce del sole e l’hanno imprigionata nella scorza, l’hanno impressa nella loro sezione radiale e così non l’hanno persa! I limoni sono frutti animati, vivono nella loro propensione, tu li tagli e li sprigioni, tu li mordi e ti danno sensazioni! Io sono un limone. A. SIMONETTI
Nel castello del re
"Nel castello del re mille lune sono accese brilleranno nella notte buia e offuscheranno mille soli cocenti
nel castello del re mille stanze sono pronte accoglieranno mille cuori e proteggeranno lunghi sonni
nel castello del re mille cuochi preparano del cibo sfameranno mille mondi e nutriranno tutti i deboli
mille, mille e poi mille… mille lune, mille stanze, mille cuochi…… un solo re che non penserà a se stesso che regnerà per mille e mille e mille anni ancora che nessuno mai metterà più sulla croce e che per sempre camminerà tra noi
Maluan
La ragazza del Luna Park
"cosi pensi ragazza triste la gente si muove attorno a te ma tu non la vedi bulli di paese ti lanciano pesanti complimenti ma tu non li senti cosa pensi, cosa nasconde il tuo dolce e malinconico sguardo un'altra città accoglie i tuoi sogni che anche questa volta non si realizzeranno una giovinezza sfiorita nell'osservare la gente che si diverte e una sola frase per comunicare col mondo "altro giro altra corsa" e tutto riprende a muoversi solo il tuo sguardo rimane fermo solo i tuoi pensieri rimangono immobili ti osservo cerco invano il tuoi occhi inutile...sei lì a fissare il nulla cosa ti succede ragazza triste... un amore perduto? Un ricordo penoso? Vorrei parlarti e raccontarti tutta la mia vita, sapere ogni cosa di te...ma non accadrà mai.... mi allontano voltandomi di tanto in tanto sino a quando non riesco più a scorgerti... mi giunge solo l'eco della tua voce languida che sussura... "altro giro altra corsa"
Maluan
Gira il mondo gira
inseguito da pensieri che fuggono via da una finestra socchiusa....
gira la vita gira al ritmo di una danza ancestrale sussurrata tra gli alberi di una foresta scura.... Sofisticate coppie che ruotano attorno a saloni d'altri tempi seguendo valzer suonati da maestose orchestre ..... fruscii di lunghi abiti che sfiorano pavimenti intarsiati d'oro.....
gira la gente gira inseguento un sogno che porta oltre il mare.... gira un amore gira pensando al suo futuro che non è poi così lontano.... pensando alla sua vita che oramai volge al fine pensando a quella danza che non saprà mai ballare e a quel canto che non saprà mai udire..... ....all'abito che la sua donna ora non vuole più indossare..... ad una giarrettiera che avvolge una bianca coscia... ad una mano che tenta di sfilarla...... al nulla che gira nel suo cuore.....inseguendo l'amore .....che per il mondo gira.....
Maluan
LA VELA
Il vento del Nord non soffiò… Il vento del Sud non soffiò… Quale sospiro gonfiò la vela! …e giunse lieve Quale colore portò alla sera!
Strane stelle, geroglifici divini, direzioni insapute nella pagina oscura quella sera quale percorso segnaste alla vela?
Onde assenti e silenziose nel morbido ventre scuro quali pensieri cullaste nei sogni di “altri “ marinai della vela?
E quando l’Aurora li vide stesi sulla bianca sabbia… e la vela non c’era… corse subito a svegliare il Sole che dall’Est tornava pallido, incolore.
“Dimmi contadino quale regno e quale regina di domandar dobbiamo in questa terra?”
“Io aro la terra di buon mattino fino a che rosso il Sole sia.. Seguite la via…”
Né stoffe preziose, né armi, né orpelli, dinanzi a lei depose Cupido l’infausta vela e d’amore accecò l’orgoglio di marmo frutto delle sue strisce di pelle.
E così, perverso bimbo divino, innamorasti la mia regina dello strano marinaio che tra boschi cammina ormai!
“Dimmi contadino quale regno e quale regina di domandar dobbiamo in questa terra?”
“Io aro la terra… Stamattina il mare la vela porta via… Seguite la scia…”
Crudele mostro divino: così ingannasti la mia regina? E la vela, mentre si allontana, vede la lama balenante nell’aria e poi nel seno….
Il vento del Nord non soffiò… Il vento del Sud non soffiò… Lo stesso sospiro gonfiò la vela! …e giunse lieve sopra il contadino che ara la terra di buon mattino, sullo strano marinaio, sulla vela che si tese leggera…
A. Simonetti
(Porgo doverosi ringraziamenti per l'uso della posta elettronica alla dolce e "misteriosa " signora senza la quale non avrei mai saputo incamminarmi per questo viaggio...)
Crepuscolo di un uomo
"Un nonno contava le proprie storielle il bimbo ascoltava senza dir niente sgranava gli occhi nell’udire i racconti e dentro i suoi sogni immaginava quei mondi
La sera scorreva accanto ad un fuoco e tutto appariva un po’ meno vuoto Ma l’alba arrivò felice e ridente e il vecchio scomparve senza dir niente
Il bimbo aspetta il nonno giocando, sognando le sue favole di tanto in tanto
Il nonno ora osserva in silenzio la vita che scorre veloce che sembra finita E pensa a quel bimbo che per una sera ascoltava la sua favola come se fosse vera
E guarda quel mondo da una finestra fissando la sera che adesso è più mesta Sperando che un giorno, un giorno a venire possa fuggir via…… ……fuggir via da quel cortile……"
Maluan
ringrazio tutti di cuore per i commenti alla mia precedente ispirazione
Il vestito incantato
Al mercato dei sogni infranti ho acquistato…… ………una strana vecchina mi ha venduto della stoffa d’amore, del filo di rancore, dei merletti di odio e pochi bottoni di delusione Sotto il cielo stellato ho tessuto un abito su misura per te……per una intera notte ho lavorato con la maestria di un sapiente sarto All’alba l’abito ho terminato e con molto timore ti ho chiesto di indossarlo…… Eri splendida con quel vestito……ma più ti ammiravi con civettuola femminilità e più il vestito ti aderiva alla pelle sino ad entrare dentro il tuo essere…… ……adesso amore, rancore, odio e delusione facevano parte integrale di te…… Per tre lunghi anni hai indossato quell’abito, sino a quando non hai deciso di toglierlo buttandolo via come uno straccio vecchio sulla spalliera di una sedia…. …subito ti sei sentita meglio, leggera, viva, felice perchè con esso ti eri levata di dosso il rancore, l’odio, la delusione…… ……ma tale sensazione è durata molto poco, solo alcuni mesi……insieme a tutto il resto avevi tolto anche l’amore…… Adesso sei lì che osservi l’abito e sai che per indossare nuovamente l’amore dovrai convivere con il rancore, l’odio, la delusione…… …..allora esiti, lo osservi, lo accarezzi……lo abbracci, lo annusi percependo e inebriandoti della forza dei quattro sentimenti…… ……e intanto il tempo passa……l’abito perde la sua forza e quando deciderai ancora di indossarlo non sentirai più nulla se non l’inutilità di un vecchio vestito oramai fuori moda……
Maluan
(Sogno che diventi il testo di una canzone di Angelo)
Grazie Angelo, per tutto quello che mi hai dato in questi anni!
questo è il mio piccolo contributo allo spazio che hai riservato agli ospiti, è una semplice traduzione della "Luna" in siciliano, niente di più.....mi auguro possa esserti gradita!
Angelo La Barbera - Palermo
('a Luna)
(Angelo Branduardi)
Un ghiornu tuttunsiemmula
'a luna si stancò
ri taliari tutt'umundu ri dda'ncapu
pigghiò 'na stiddacometa
e 'a facci s'ammucciò
e finu n'funnu o cielo caminò....
E meravigghia fu
chi tali ripitizioni bianca
'un'iera nivi......
Erano sulu pietri
e i pieri si struppiò,
chianciennu d'ammucciuni, idda scappò....
Affruntari t'uttumunnu
a pieri'intierra 'n si pò,
e ri'addancapu a taliari arristò....
E meravigghia un fu cchiù
chi tali ripitizioni bianca
'un'iera nivi......
Chiedo scusa per questa ulteriore intromissione.
Invio alla sopportazione di Angelo Branduardi un mio breve racconto sui buskers, con il quale ho vinto il primo premio al concorso letterario bandito dal "Resto del Carlino" nel 1990.
Vengo da lontano. Da un paese dove le cicale hanno fiato per illuminare la notte. I matti nelle sere parlano al mare con le braccia al cielo, gli occhi di latte, e non ci sono peccati nè peccatori. Le strade odorano di pianto e musica nei cortili. La miseria è un fatto antico come le rughe delle nonne che ci sono, ci saranno sempre. La chitarra è un pò il mio piede straziato da tanto camminare. Ma il suono esce pulito, i vecchi dicono buono. Vesto come i bambini dei vicoli, quelli che rotolano sulle ringhiere, non hanno passato ma hanno grida e canti che io copio e porto alle facce della gente, di quella che mi sta ad ascoltare, che si ferma a semicerchio come ad un comizio, questa gente dinoccolata che porta a braccetto le biciclette. E' facile suonare in questa piazza fra queste vene di pietra. Non abito questa città, non l'abiterò. Ma qui ho già smarrito il mio accordo segreto.
Nicola Maggi
Via Bolognesi 35
44044 Cassana (Ferrara)
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