Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di webmaster (del 22/02/2008 @ 23:31:46, in ITALIANO, linkato 1410 volte)

RESTA IN ATTESA.
Mi vuoi parlare d' essenze ed odori
lasciando in disparte i tuoi veri valori,
come sopportare i miei bassi umori ?
Afferra la vita coi suo caldi e salati
colori e sapori.
Resta in attesa
rimanda la resa.
Resta in attesa
rimanda la resa.
Porta la tua esistenza ad oltranza
annulla la distanza con l'infinito
cancella la lontananza tra l'odierno vissuto
ed il tuo futuro ambito; nulla è proibito.
Credimi nulla è proibito.
Resta in attesa
rimanda la resa.
Resta in attesa
rimanda la resa.
Abbandona giorno per giorno la tua terrena
coscienza.
Aspira ad una nuova ed esaltante esperienza.
Passano gli anni e rimani deluso
dall'ottuso diffuso che regna nel mondo.
Rimani in disparte se ti senti confuso
trattieni il respiro per qualche secondo
e poi urla a DIO la tua volontà ed il tuo nome,
un angelo potrebbe sentire e dirti il perché
ed il
come.
E quindi resta in attesa
rinuncia la resa.
Resta in attesa
rinuncia la resa.
Resta in attesa.


BEI TEMPI.
Eran i tempi dei pirati e dei corsari
che duellavano sopra navi e per i mari.
Eran i tempi dei Barbanera e dei capitano Uncino
e delle loro ciurme vestite a strisce,
mezze accecate e con l'orecchino.
Dei Peter Pan e dell'isola che non c'era e non c'è mai
stata,
delle coste vergini e dei tesori luccicanti,
delle lunghe notti brave e dei cieli color azzurro terso,
delle sette sorelle lune abbaglianti,
dei pensieri subdoli ed intriganti.
Eran i tempi della gloria e degli onori,
conquistate a suon di cappa e spade e cannonate,
delle offese e dei gravi disonori,
lavate poi col sangue o colmate con profondi malumori.
In quei tempi,
nei Caraibi come poi si fece a Santa Fè,
si cercavano i dobloni,
allora come poi ai nostri tempi
gratuite delinquenze, truffatori ed arruffoni,
orrori e frustrazioni, in nome e segno dell'avventura
in memoria dei BEI TEMPI.
Eran i tempi delle giornate
spesso lunghe belle e soleggiate
o delle terribili tempeste,
delle balene e baleniere ornate a festa
dei tabacchi dolci e inebrianti
del rhum consumato a fiumi di ceste,
delle ammucchiate di ubriachi
ammassati in pornografiche gesta.
Eran i tempi degli assalti urlati,
degli affondamenti esagerati,
degli amori complicati da turbati sentimenti
con spietati tradimenti
e del bestiale e brutale sesso
praticato con donne complici dimesse,
dovunque e spesso.
In quei tempi,
nei Caraibi come poi si fece a Santa Fè,
si cercavano i lingotti,
allora come poi ai nostri tempi,
grandi attese di ricchezza
ma poi pochi grammi di brillanti
e un profondo mare di amarezza.

Eravamo Così
In altri tempi eravamo così,
Fiduciosi di cambiare
E di scambiarci energie
E dentro al cuore un intensa voglia di amare.
In altri tempi eravamo così,
Più orgogliosi di noi stessi
Di pensare e di lottare
Aggrappati a certe idee
Per un mondo apolitico e ideale.
Una volta eravamo più poveri ma belli
Senza troppi artifici innaturali.
There was a time when we was in so way, believe me!
In that time we was really in so way.
Once upon a time the wolf but not the dog,
Now there are many of ones
And too of them are the dog-men.
In altri tempi eravamo più giovani ma già precoci adulti
Più fratelli o ribelli, più puliti e signori veri,
in altri tempi eravamo più umili e sinceri.
Eravamo un po’ più attenti agli anziani e ai nostri figli
Alle emozioni degli istanti (carpe diem)
A cogliere gli attimi fuggenti.
In altri tempi eravamo un po’ più avanti
Nella musica e nei racconti
Nel rispetto degli assenti e dei presenti,
nella memoria dei defunti, eravamo più intriganti
più amanti ardenti e passionali.
Ora siamo così esseri banali.
There was a time when we was in so way, believe me!
In that time we was really in so way.
Once upon a time the wolf but not the dog,
Now there are many of ones
And too of them are the dog-men.
Eh si eravamo così,
sicuri di salvare la nostra specie
dal disastro ambientale e nucleare.
E guarda ora cosa siamo,
bande sbandate di modi e mode sgangherate.
Drogati, alienati senza mete e fede
Messa a nudo a ferro e fuoco
Ridotto a fame e sete, la natura del pianeta
Della vita e della quiete.
Eh si eravamo così, eravamo proprio così.

Francesco Nicastro, Magenta (MI)

 
Di webmaster (del 18/01/2008 @ 19:54:08, in ITALIANO, linkato 1088 volte)

Dedicato a Camilla, una ragazza di Padova uccisa senza alcun motivo dal padre a 22 anni. Da Michele Barnaba ed Almanueva Group

IMMAGINA
Testo e musica MICHELE BARNABA
 
Immagina, di fermarti a pensare e non saper dove andare
Immagina, di cercare un aiuto e trovarti da solo, e nell’anima
Le domande di sempre riaffiorano intense ma pesano,
come vecchie promesse scadute che non manterrai.
Immagina, che il tuo viaggio cominci la dove finisce
Immagina, che il coraggio di sempre diventi pazzia, in cui credere
per poter finalmente spiegare le ali e comprendere
Il segreto nascosto nel mare dei mille perché
Il dolore che porti ogni giorno, lì dentro di te
 
Rit.: Lentamente, dolcemente fino a Te verrò
      Sconvolgente, ma paziente è l’amore Tuo
      è l’amore Tuo
 
 

Immagina, di socchiudere gli occhi e baciare il tramonto
Immagina, di tuffarti in un cielo che spinga il tuo volo al limite
Fino a farti ascoltare nel vento un’antica presenza che
dal respiro del tempo per sempre ti libererà
e in un manto di stelle il tuo nome poi riscriverà

Rit.: Lentamente, dolcemente fino a Te verrò
      Sconvolgente, ma paziente è l’amore Tuo
      Nella luce altre mani che mi sfiorano
      E son parte di un’immensa moltitudine, 
      moltitudine, moltitudine, moltitudine
 
 
 
 
 
Se vivere questa vita senza uno scopo non è follia, allora ditemi perché l’idea della morte ci spaventa così tanto, perché gli imprevisti ci terrorizzano, perché quando la vita ce lo ordina abbiamo così paura di amare il nostro prossimo.
 
Come diceva Carol Woityla:”La vita è una sfida continua, Dio stesso forse ci sfida, affinché noi stessi con l’Amore sfidiamo il destino.

 
Di webmaster (del 13/12/2007 @ 23:02:13, in ITALIANO, linkato 1060 volte)
Il primo ricordo risale a quando ero bambina,
intenta a guardare una trasmissione televisiva 
della domenica pomeriggio.
La sua sola voce accompagnata da una malinconica chitarra,
allestiva il più sublime e il più robusto degli incanti.
Ci sono emozioni che non passano,
non si dimenticano,
capaci invece,di scavare dentro un solco;
un solco da colmare ancora con quella voce,con quella musica,
e poi ancora, con la sua grazia,la sua maestria.
Ci si ammala d' amore e di nostalgia ascoltandole,
e può far piangere di bellezza,
la gioia e la tristezza del suo violino.
Non é per caso,
ma é per sortilegio di bellezza e nostalgia,
 che si diviene Branduardiani.
 
(Graziella D.)
 
Di webmaster (del 02/10/2007 @ 12:21:19, in ITALIANO, linkato 1109 volte)

Sulla riva del mio cuore

Sulla riva del mio cuore
Sei gabbiano bianco
Che volge al cielo rincorrendo
l'onda allegra ed io le tue parole.

Immagine d'argento
Che s'agita dentro al vento
Sei raggio inconsueto,
e bagliore d'un mattino.

Seguo la tua rotta
E con me anche il mio cuore
I battiti collimano,
è armonia, eufonia, amore.


                                                                                          Pietro Esposito

E’ difficile restare indifferenti alla musica e alle suggestioni generate da Angelo…..questa è solo una piccola dedica da parte mia in segno di amicizia ed ammirazione per questo grande artista.
P.E.

 
Di webmaster (del 01/10/2007 @ 17:19:43, in ITALIANO, linkato 1012 volte)
Accovacciato nella falce della luna osservo i tetti popolati da fantasmi
Ombre furtive che si interrogano sulla notte
accanto a gatti che improvvisano concerti
Forse ricordano cosa accadeva in vita quando odono sussurri di piacere
Ma forse avvertono che la notte è lunga e prima o poi dovranno ritornare
a quelle tombe che di tanto in tanto lasciano
per osservare il cielo da vicino
e parlare con quell’ombra stanca che accovacciata sulla luna li guarda
 
Maluan

 
Di webmaster (del 20/09/2007 @ 18:30:26, in ITALIANO, linkato 1188 volte)

Da queste parti i branduardiani non abbondano, perciò non mi aspettavo che la piccola piazza del paese si riempisse di gente fino ai limiti della capienza. inoltre sapevo che per una buona metà il concerto sarebbe stato acustico e minimale, mentre qui la gente delle sagre è abituata a concludere la festa con gran baccano e musica da ballo. non riuscivo davvero a immaginare come sarebbe andata a finire. per di più la gente quell'estate aveva atteso a lungo ed invano un concerto di giorgia che era poi saltato. erano stati messi ovunque manifesti che annunciavano la cantante, mentre fu affisso un unico manifesto di branduardi solo in piazza, pochissimi giorni prima del concerto. poco prima dell'inizio della serata un rappresentante dell'amministrazione comunale (non ricordo assolutamente chi) commise una gaffe incredibile dicendo "scusate se invece di giorgia abbiamo fatto venire branduardi". angelo, che era lì pronto a salire sul palco, dimostrò ancora una volta la sua autoironia mettendosi a ridere. ma quando i riflettori si sono concentrati su di lui ed il violino ha cominciato dolcemente a 'parlare' il pubblico si è ammutolito. vedevo gli sguardi fissi sul violinista e la concentrazione di tutti nell'ascoltare ogni nota e ogni sfumatura della melodia. la musica diventava sempre più carica, fino a trasmettere ondate di energia pura, e tutto questo con un solo violino. la risposta del pubblico fu altrettanto carica. alle prime note della fiera dell'est via con gli applausi e i cori, e così anche per 'cogli la prima mela'. e man mano la "febbre" cresceva con 'ballo in fa diesis minore' e 'vanità di vanità'. la piazza, tra l'altro dominata dal castello dei conti d'ayala-valva, era lo scenario perfetto per questo tipo di brani.
ero sempre più stupito nel vedere che la gente ha poi ascoltato con attenzione anche brani come 'la donna della sera' o 'giovanna d'arco'. la verve con cui angelo presentava i brani contribuiva non poco a creare interesse negli ascoltatori. tutti hanno riso in particolare per la presentazione del 'funerale', brano che non avrei mai pensato potesse "funzionare" alla sagra del vino di carosino. inoltre c'erano i suoi tanti aneddoti, come il rapporto capelli-testosterone, il chitarrista che passa metà della sua vita a suonare scordato, il musicista metà lupo e metà agnello, ecc. ecc., tutte storie che noi gli abbiamo sempre sentito raccontare, ma che colpiscono simpaticamente chi le ascolta per la prima volta. davide ragazzoni non stava mai fermo, veniva fin sul bordo del palco per guidare il pubblico nel triplo battito di mani su 'ballo in fa diesis minore', si comportava da vero animatore. anche quando era impegnato a suonare su 'cercando l'oro' riusciva a comunicare col pubblico facendogli battere il tempo.
tra le canzoni dell'infinitamente piccolo quella che strappa più applausi è sempre 'il sultano di babilonia'.
finale di grande gioia e festa con 'la pulce d'acqua' e poi a viva richiesta del pubblico 'confessioni di un malandrino', canzone che io personalmente trovo di sognante malinconia e inquieta dolcezza.
e poi al termine di tutto applausi e ancora applausi con angelo che conclude "non è  retorica: siete stati un bel pubblico".
Grazie menestrello. a presto.

Fabio

Scaletta brani:

ALLA FIERA DELL'EST
COGLI LA PRIMA MELA
BALLO IN FA DIESIS MINORE
VANITA' DI VANITA'
GIOVANNA D'ARCO
LA DONNA DELLA SERA
IL DONO DEL CERVO
SOTTO IL TIGLIO
IL FUNERALE
CERCANDO L'ORO
CANTICO DELLE CREATURE
IL SULTANO DI BABILONIA E LA PROSTITUTA
IL LUPO DI GUBBIO
AUDITE POVERELLE
IL TRATTATO DEI MIRACOLI
NELLE PALUDI DI VENEZIA
LA MORTE DI FRANCESCO
LA PREDICA DELLA PERFETTA LETIZIA
LA PULCE D'ACQUA
CONFESSIONI DI UN MALANDRINO

 

 
Di webmaster (del 17/09/2007 @ 13:32:44, in ITALIANO, linkato 983 volte)

LA TELA 

 

T’incanta il canto intento del tintinnio legnoso del telaio 

e della spola che fugge sicura nel labirinto ordinato del filato, 

rintraccia le trame tessute e scucite nelle notti silenti del rimbombo del mare 

vuoto di quella nave.

Ormai sempre meno i tuoi occhi volgono a quella apertura

Dove solevi osservare l’orizzonte monotono di vent’anni 

Passati a filare e rifilare giorni intrecciati alla speranza di vederlo tornare…

 

Le tue mani sono insicure e lo sguardo degli altri turba il tuo sonno

E ogni notte ripercorri a ritroso l’ordito e ordini la tua vita e ti pesa il letto solitario.

Si consuma il filo e la tela della speranza si assottiglia

Basterebbe un segno pure lontano per ridare vigore alle tue mani

E tessere con forza un tessuto sicuro ma, invano, 

Mai l’ombra di una vela conosciuta disegna il tramonto.

Tesse la tua stessa vita la tela che sfila tra le tue dita,

Ristretti gli spazi dal sale di lacrime lente. 

Spente le tue gioie e i tuoi sorrisi, 

aspri gli sguardi alle ancelle gaudenti 

dei nuovi ospiti prestanti trastulli, 

solerte al loro gozzovigliare infinito.

 

Né invidia, né odio:

amarezza e rimpianto, voglia di allegria!

Ferite accese i ricordi del tempo lontano quando le operose mani virili

Di chi mai ritorna segnavano carezze, balli e amorose soste nel meriggio

E nelle notti che parevan brevi…ora eterna è la luna e fredda la luce

Che inonda questa stessa stanza, incessante la danza della lucerna

e la fiamma brilla fioca, lenta sente lo stesso tintinnio legnoso

del telaio e la tristezza scende sicura sul filo scucito.

Una timida alba ancora non scopre, tra la foschia del mattino, un risveglio sereno…  

 Alessandro Simonetti  

 
Di webmaster (del 17/09/2007 @ 01:58:54, in ITALIANO, linkato 1366 volte)

".......come una barchetta di carta posata su uno specchio d’acqua ….
Un bimbo la lascia andare via e con la manina smuove l’acqua gelida per far si che si allontani veloce.....
……ma, accanto all’entusiasmo di osservarla mentre scompare, emerge latente la consapevolezza di averla per sempre perduta

Maluan

 
Di webmaster (del 29/08/2007 @ 11:31:54, in ITALIANO, linkato 1456 volte)

Dal ritorno dalle “pause” estive……
Resta impressa quella data, era il 9 agosto…..
Una serata come tante altre all’apparenza….con la sua calura….
I suoi colori, i suoi rumori………………
Ma un menestrello rallegrava un pezzetto di quella monotona “pausa” ………….
La sua poesia, la sua voce, le sue sensazioni
La nostra gioia…….una serata, la serata per eccezione di questa monotona pausa estiva…….

Grazie Angelo!
 

Pozzallo(RG) 9 agosto 2007

Foto di Giuseppe La Terra

 
Di webmaster (del 27/08/2007 @ 18:42:13, in ITALIANO, linkato 1032 volte)
Canto dell’Anima

Salvami, o Re,
dal silente dolore,
salva il mio senno
dal cieco rancore.

Dall’uomo che crede
d’esser spoglia immortale
e disperde l’amore
come pioggia sul mare.

L’anima offesa
continua a soffrire,
riportando ferite
che non riesce a guarire.

Un dolce canto mi opprime
per il ricordo evocato
di gaudio trascorso,
in pena mutato.

 Paola, 8 gennaio 2001

 
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