Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Illustre Maestro Branduardi, Lei è una delle pochissime voci, in realtà a ben pensarci l'unica, capace di riportare a quote normali di dignità e bellezza la comunicazione dei nostri stralunati giorni. E' uno, intanto, che sa quel che dice, che cita a proposito e non a vanvera. Per questo Le va tutta la mia ammirazione e profonda stima. Con la Lauda di Francesco mi ha rapito. Uno spettacolo "semplice, chiaro e molto suggestivo. Auguri, auguri, auguri Maestro Branduardi. Le invio cortesemente alcuni miei testi Tony Polinni
Tra cielo e terra
Tra la quiete dei boschi mi ritrovai a contemplare la natura ad osservarne con aria stupita i suoni e i suoi cicli le dolci melodie dei ruscelli armonici legami tra cielo e terra ed io pervaso dalla stessa energia respiravo con essa mi domandai con intuizione profonda annullando il mio falso ego anche in pieno giorno il sole può fuggire e i monti appiattirsi in un'istante e lasciai ogni forma di me rivestita per il fine dell'esistenza suprema. L'amore mistico
L'amore desidera il segreto si nutre di fragranti parole di sguardi penetranti e poi di silenzi di slanci che ci liberino da questo corpo temporale e ci unisca a quel che non si vede un giorno l'incontrai mi trafisse il cuore allora oscuro e cieco ruppe la tela al nostro incontro e l'assedio ormai giaceva ora non temerò più sguardi da fiera monti e valli dell'incostanza perchè amo colui che mi ha ridato vita in questa morte.
Quanto è stolto chi ti lascia
In questa nudità come d'incanto trovo nel mio spirito riposo tardi ti ho cercato bellezza tanto antica nel tuo volto ho raccolto gli splendori quanto è stolto chi ti lascia per trovare altre bellezze lascia un oceano per le gocce quanti si affaticano nei desideri sono già affanni uomo ama la sapienza frenando e governando i moti dei tuoi vizi non farti sedurre dalle apparenze velando la ragione quanto è stolto chi ti lascia per trovare altre bellezze lascia un oceano per le gocce
Abbazia di Lucedio, 4 Maggio 2008 - Foto di Cosmina Lefanto



Gentile Sig. Branduardi, ho scritto alcune filastrocche ispirate alle "Metamorfosi" di Ovidio. Essendo una biologa ho scelto i miti in cui si narra la trasformazione di personaggi mitologici in animali e piante i cui nomi scientifici conservano i nomi originari dei protagonisti (es. Dafne, ninfa trasformata in alloro il cui nome scientifico è proprio Dafne). Ne ho scritte undici (Aracne, Flora, Narciso, Adone, Cigno, Ciparisso, Pico, Eco, Dafne, Giacinto, Smilace e Croco). Non le ho ancora pubblicate, ma sarebbe per me un privilegio se lei fosse interessato a leggerne qualcuna. Invio "Aracne", la più lunga! Nell'esprimerle la mia ammirazione per le ricerche originali e emozionanti dei suoi testi, la ringrazio per l'attenzione e la saluto cordialmente. Annabella Pace L'Aquila
Aracne - Aracne, in principio fanciulla modesta,
- in seguito s’era montata la testa.
-
Era una bella e operosa creatura
-
maestra nell’arte della tessitura.
-
Sottili e mirabili tele creava,
-
l’ordito e la trama più bella intrecciava.
-
-
Da tutti ammirata, superba e orgogliosa:
-
“Le tele di lana son degne di sposa,
-
con l’oro intessute, di mille colori,
-
nessuno mi supera in questi decori!”
-
- Pallade Atena, la dea, l’aiutava,
-
ma Aracne amicizia più non le serbava
-
e per questo la sfida:”Facciamo una gara,
-
così scopriremo chi è la più brava!”
-
La dea si trasforma, diventa una vecchia
-
e, nascondendo l’usata conocchia,
-
le appare dicendo:”Sei brava, fanciulla,
-
e le altre donne non valgono nulla
-
di fronte a te, nell’usar l’arcolaio,
-
ma tu sei superba e questo è un bel guaio.
-
La dea va onorata, tu sei presuntuosa!
-
Devi capir questa semplice cosa:
-
se la migliore tu sei sulla terra,
-
non puoi ingaggiar con gli dèi una guerra.”
-
-
“Brutta vecchiaccia, tu sei rimbambita!
-
Sappi che non sono affatto pentita.
-
Che abbia coraggio e non faccia il coniglio:
-
l’aspetto sotto la chioma del tiglio!”
-
-
Allor si svelò la dea all’improvviso
-
e lo stupor si dipinse sul viso
-
della fanciulla: un fugace rossore
-
che dimostrava un umano timore.
-
Ma fu per poco. La gara s’inizia
-
e tutt’e due, con grande perizia
-
tessono tele di grande splendore
-
rubando ad Iride ogni colore.
-
-
Così, sulla tela Atena racconta
-
che molti uomini subirono l’onta
-
d’esser puniti perché arroganti
-
verso gli dèi: che irriverenti!
-
-
Aracne tesse le storie di Giove
-
che in gocce d’oro su Danae piove
-
e ogni altro inganno che tutto l’Olimpo
-
impose agli uomini in ogni tempo.
-
-
Non sopportando l’affronto subìto
-
Atena abbandona la trama e l’ordito.
-
La tela d’Aracne era bella, si sa,
-
ma l’arroganza non vuole pietà.
-
La dea la colpì sulla fronte e così
-
Aracne, umiliata, si appese e finì
-
con il laccio al collo, volendo morire
-
piuttosto che quella vergogna patire.
-
-
Appena la vide ne ebbe gran pena
-
la figlia di Giove, Pallade Atena,
-
che la sorresse e le disse: ”Vivrai,
-
ma sempre appesa, così tesserai
-
la tela ogni giorno, tu e i tuoi figli,
-
sospesi ai rami e a tutti gli appigli.”
-
Perciò fu così che ad Aracne, ribelle,
-
la dea trasformò la candida pelle,
-
allungò in modo mostruoso otto dita
-
ed ingrossò la sua esile vita.
-
-
Adesso è un ragno e per questo ti dico
-
che devi sempre trattarlo da amico.
-
Non lo schiacciare: la sua è una storia
-
che tu dovresti imparare a memoria.
Gentile Angelo, volevo condividere con lei la gioia di aver fatto 10 km a piedi tra le risaie per poter raggiungere l'Abbazia di Lucedio (ecco come appariva alla nostra partenza, e menomale che le "pulci d'acqua" sono state buone!!!!) e ringraziarla per la bellissima energia che ha saputo come sempre regalarci. Il tutto , condividerà con me, in una cornice davvero bella e ricca di emozioni antiche. Maria Elena


Mi chiamo Olivia Latina e sono una musicista, per l’esattezza una cantante lirica.
Le invio delle liriche improvvisate da me qualche anno fa ( inserite all’interno di un progetto musicale intitolato Promenade) nate ascoltando la sua musica.
Distinti saluti !
Olivia Latina
DA PROMENADE
“La voce dell’amor” Or qui m’appar in un bel sogno che spiegare vorrà i misteri del cuore. Tra sogno e realtà. GiEsemplar nobilissimo che saprà cancellare le colpe Nobil cantor di perdono: La voce dell’amor!
“L’angelo fedele” Se un angiol del ciel mi fosse un di fedel la mia spada via darei e su nel cielo volerei. Non v’è lotta ne guerrier i calzari non ho più. Se un angiol si librerà per me il delirio svanirà Per un angiol non v’è più ne lotta ne guerrier. Per un angiol triste storia d’un guerrier
“Il mistero del cavalier” Cavalier che errando vai Vieni verso me. E quel mister che ti porterà a me ci regalerà frutto da passion Ti darà la vittoria in cor. Odi il canto sacro vanto pel cavalier che viene a me Giunto è il di' che risuonò pel tuo ritorno ognor!
Il mio nome è Cosmina Lefanto, fotografa per passione e non solo, La voglio ringraziare per la bellissima serata che ci ha regalato Lei e i Suoi collaboratori. Grazie!
Le invio gli scatti fatti, e grazie per il ritratto che mi ha regalato 
da cuore a cuore, Cosmina Lefanto
(Prima Parte)



Mi chiamo Vincenzo e abito a Rieti. La mia grande passione musicale si chiama ANGELO BRANDUARDI, le sue canzoni mi hanno ispirato questo racconto. Sono anche il fondatore di un fans club a lui dedicato: www.locandadelmalandrino.it e della relativa mailinglist: http://it.groups.yahoo.com/group/Locanda_del_Malandrino/ Sarebbe per me un grande onore veder pubblicato il racconto, e questa presentazione, nello spazio ospiti del sito ufficiale. Grazie! Vincenzo Scossa

IL VIANDANTE
“…TANTI ANNI FA incontrai un viandante, veniva da molto lontano, probabilmente dALLA FIERA DELL’EST, era vecchio e camminava molto LENTAMENTE. Mi raccontò che durante quel lungo viaggio aveva assistito ad eventi incredibili, come la NASCITA DI UN LAGO, era molto stanco e allora ci sedemmo a riposare SOTTO IL TIGLIO. In gioventù era stato IL POETA DI CORTE di un valoroso nobile, IL SIGNORE DI BAUX. Al castello era stimato e benvoluto da tutti, ma un giorno fu accusato, ingiustamente, di essere lui IL LADRO, che aveva rubato IL LIBRO segreto.Giurò la sua innocenza ma non venne creduto e fu cacciato. Si mise allora a girovagare CERCANDO L’ORO, arrivò quasi AI CONFINI DELL’ASIA. Visitò luoghi meravigliosi ma anche molto strani, per esempio navigò un fiume su BARCHE DI CARTA, un’altra volta fu colpito da un sonno profondo, scoprì solo in seguito di esser giunto sulLA COLLINA DEL SONNO. Il tempo passava, ma io ero come ipnotizzato dai suoi racconti, non avevo nessuna intenzione di lasciarlo andare, LA LUNA intanto aveva fatto capolino in UN ANGOLO DI CIELO. Udimmo in lontananza il canto sinistro di un uccello NOTTURNO, si trattava de IL GUFO E IL PAVONE. Aveva appena ripreso il suo straordinario racconto, quando da una radura arrivò una MUSICA meravigliosa, ci precipitammo a vedere chi ne fosse l’artefice, il mio misterioso compagno lo riconobbe subito.... è IL VIOLINISTA DI DOONEY!!!! esclamò, lui gira per paesi e città, portando gioia e allegria.

Purtroppo quella musica non richiamò soltanto la nostra attenzione, ma anche quella delLA STREGA…bbbrrr che paura, aveva un aspetto tetro sembrava quasi LA BELLA DAMA SENZA PIETA , si tolse le sue scarpe appuntite ed iniziò un travolgente BALLO IN FA DIESIS MINORE, in quella occasione il suo cavaliere era L’APPRENDISTA STREGONE... L’AMICO della strega aveva in testa IL CAPPELLO A SONAGLI. PIANO PIANO,impauriti, indietreggiammo facendo ritorno alla radura. Il mio amico raccontò ancora di quella volta che giunse a INNISFREE, L’ISOLA SUL LAGO, quel posto era abitato da uomini molto piccoli di statura, e così lui fu scambiato per il gigante GULLIVER, lo fecero prigioniero legandolo alle mani e ai piedi. Fu liberato dopo qualche giorno da alcuni UOMINI DI PASSAGGIO. Era quasi l’alba, faceva molto freddo nel bosco, io cominciavo ad avere una certa FAME DI SOLE, inoltre il sonno si stava impossessando dei miei occhi, il mio amico capì che era giunto il momento di andare, ma PRIMA DI RIPARTIRE mi sussurrò all’orecchio una dolce NINNA NANNA…”

Caro Angelo,
siamo dei bambini delle classi 5A e 5B della scuola primaria “Mario Chiereghin” di Chioggia (VE) chiamata “la piccola Venezia”. Grazie alle nostre brave insegnanti abbiamo potuto conoscere ed apprezzare la tua musica diversa da quella a cui siamo abituati; i tuoi testi sono come delle poesie che ci hanno fatto riflettere sulle tematiche della vita. Dovendo partecipare ad un concorso grafico-pittorico ci siamo ispirati alla tua canzone “La Luna” da cui abbiamo ricavato due testi che poi abbiamo illustrato e realizzato un libro. Volevamo metterti a conoscenza di questa nostra attività che ci è molto piaciuta e ci ha entusiasmati. Speriamo che ti faccia piacere ricevere in allegato i nostri testi affinchè tu li possa leggere ed esprimere il tuo parere. Ciao dai tuoi piccoli FANS
“
LA LUNA ”
Nello spazio viveva la signora Luna. Aveva un volto enorme, rotondo, dal colore rosso come il fuoco. I suoi occhi erano grandi, tondi, con le pupille azzurre; un piccolo nasino all’insù addolciva il suo faccione. Un leggero fascio di luce coronava il suo volto.
In una notte stellata di Primavera, calma e fredda, la signora Luna si stancò di guardare il mondo da lassù e di chiacchierare con i suoi compagni pianeti, decise allora di andarsene. Pensò di esplorare un pianeta che dall’alto sembrava meraviglioso: era
la Terra. In particolar modo voleva scoprire cosa fosse quell’immensa distesa blu, che appariva come un cielo sottostante mosso da chissà che cosa. Chiese allora ad una stella cometa di accompagnarla nel suo lungo viaggio esplorativo, perché è risaputo che questo genere di stelle hanno molta esperienza in questo campo!
La stella cometa era brillante, dorata e la sua lunga coda, quando correva nello spazio, emanava una luce accecante.
Prima di partire
la Luna velò il suo volto con una nuvola e fino in fondo al cielo camminò.
La Luna e la cometa attraversarono pianeti variopinti, candide e soffici nuvole, finchè atterrarono sopra una grande distesa blu.
La Luna si stupì, perché appena la toccò si sentì sprofondare. Non credeva ai suoi occhi, si aprì davanti a lei un mondo fantastico, molto colorato, ovattato. Lei si sentì completamente bagnata e avvertì una sensazione di freddo. Non si perse d’animo ed iniziò a camminare sul fondale…Ed ecco i suoi occhi avvistarono qualcosa di molto familiare, qualcosa che assomigliava ad una stella.
La Luna la osservò bene e si accorse che non splendeva come le sue amiche, aveva un colore strano e si muoveva in modo sinuoso. Nel frattempo un granchietto curioso pizzicò
la Luna che, impaurita e dolorante, indietreggiò velocemente. Proprio in quell’istante passava da quelle parti uno squalo enorme, grigio con delle striature nere,
la Luna lo urtò e il pesce, indispettito aprì la sua bocca enorme mostrando i denti aguzzi. Spaventatissima, la bella signora salì velocemente in superficie e urtò contro lo scafo di una barca. Una volta emersa dalle acque,
la Luna ritornò ad illuminare
la Terra sorprendendo l’equipaggio.
Infreddolita e piangente, la bella signora ritornò nel suo mondo e capì che “affrontare il mondo a piedi nudi non si può e dall’alto a spiare lei restò”.
“
La Luna ”
Testo realizzato dagli alunni della classe VA
LA LUNA
La Luna era una bellissima signora senza età, due enormi occhi argentati brillavano curiosi sul pallido volto; una splendente e folta chioma incorniciava il suo bel viso.
In una limpida notte d’estate, stanca di stare lassù, decise di scendere sulla Terra, attirata da una enorme distesa bianca e trasparente.
Decisa a conoscere la Terra da vicino, chiese aiuto alla Stella Cometa, “l’esperta viaggiatrice” che in passato aveva indicato la via per il luogo dove era nato un bambino speciale. Prima di intraprendere il viaggio si coprì il volto con una nuvola, per non farsi riconoscere. Se ne andò a spasso per la Via Lattea, osservò da vicino numerose costellazioni, salutò la Stella Polare e poi, avvicinandosi alla Terra, crebbe in lei l’emozione. Proseguì il suo cammino fino a raggiungere l’enorme distesa ghiacciata. Vi si specchiò, e fu sorpresa nell’intravedere l’immagine di una bella signora. Si avvicinò con l’intenzione di stringere amicizia, ma ahimè, appena toccò il ghiaccio, la lastra iniziò a sciogliersi e l’immagine scomparve. Si avvertì un forte boato ..., tutto intorno iniziò a crollare: le montagne di cristallo si sgretolarono, i ghiacciai perenni si sciolsero e lei, spaventata, si ritrovò sommersa nell’acqua gelida. Con tutte le sue forze cercò invano di risalire e mentre scivolava negli abissi, chiuse gli occhi rassegnata.
Alcuni pinguini in fuga dalla catastrofe videro l’intera scena e, insieme, riuscirono ad afferrarla, riportandola in superficie.
Ad attenderla c’era la sua amica Cometa, che vedendola esanime, provò a riscaldarla con il suo corpo. Lentamente la Luna riprese conoscenza, e ringraziando quegli strani esseri dal becco adunco che l’avevano strappata da morte certa, partì.
Guidata dalla Stella Cometa, la Luna intraprese il viaggio di ritorno che la condusse al suo posto nell’Universo.
Dall’alto dei cieli lei continua ad osservare la Terra e ogni tanto un velo di nostalgia copre il suo volto.
La Luna
Testo realizzato dagli alunni della classe VB.
Si ringrazia il cantautore Angelo Branduardi, che con la sua canzone La Luna ci ha “illuminati”, rendendo possibile la stesura di questo racconto.
|
...Dopo una serie di quasi "furiose" discussioni avute con la mia cara e "crudele" signora della posta elettronica, sono stato costretto a soccombere e ad inviare un testo che secondo Sua Signoria:" [dovrebbe essere] un bel lavoro e [potrebbe essere ]quasi una risposta al testo di Vecchioni "La donna della sera" mirabilmente interpretata dal maestro"....
Alessandro.
IL MIO BELLISSIMO UOMO
Sento lento tra i denti il respiro affannato. Dei sogni agitati viaggiano invano nelle stanze di anime: fantasmi e ologrammi, ghirigori e linee illuse tra le favole deluse e avvizzite da inconsulti spasimi desueti se non cogli l’essenziale giallo dei colori, calore del calmo sole virile ma di questo maggio che ha sapore del sale di luglio e l’odore sudato d’estate assolata… Steso tra bianche linee di tela o di lino il tuo corpo come un ricettacolo di alture e declini… io non ho mai compreso il senso del tuo allungarti tra i cuscini fai posto al tuo destino? Se mi sveglio e ti guardo noto la mia compiacenza di averti vicino: un rifugio sicuro se dormi e non parli, un punto fermo nel mio cammino. Si è troppo grandi per vivere l’adolescenza di un amore impudico e nutrirsi di alibi per non soccombere al logorio inevitabile delle passioni… Il mio bellissimo uomo, ho capito che amare è un invito ad un lungo banchetto dove mangi la manna di una compagnia certa e affabile di silenzi e brontolii, di calore asciutto che mi scalda l’anima E ad ogni risveglio, ti amo di più, non tremo e se mi avvicino… Riempio soltanto un vuoto che trascino da bambina.
A. SIMONETTI
Balugini Struggente e ottomana Nella laguna sognante Di un ricordo d’Arlecchino Di campielli velati Di lascive trine consunte Dell’ombra di un gabbiano Di un palazzo silente Assopite in una gondola Fantasie palpitanti Di seducente Intramontabile Aristocratica Bellezza, Venezia.
Lisetta Frison
|
|
Ci sono 85 persone collegate
<
|
giugno 2023
|
>
|
L |
M |
M |
G |
V |
S |
D |
| | | 1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|